La pastiera è un dolce “divisivo” . Le leggende e le variazioni sul tema sono infinite.
Ma il vero mistero è: come fare a mangiarla senza ingrassare?
Tempo di Pasqua, tempo di pastiera napoletana. Tutti conoscono la pastiera napoletana, uno dei dolci più famosi della pasticceria tradizionale napoletana con una base di pasta frolla su cui poggia un ripieno di grano cotto, ricotta e canditi profumati con acqua di fiori d’arancio, chiuso da strisce di pasta frolla. Ma forse non tutti sanno che le strisce di pasta frolla devono essere rigorosamente sette.
Storicamente le origini della pastiera napoletana risalgono alla Napoli del lontano XVIII secolo, durante il regno di Ferdinando II di Borbone. La moglie di Ferdinando, Maria Teresa d’Austria, chiese ai cuochi reali un dolce speciale per celebrare la Pasqua e loro idearono la ricetta originale della pastiera napoletana.
L’origine della regola categorica di decorare la pastiera napoletana con 7 strisce nasce da tre leggende che si tramandano a Napoli di generazione in generazioni.
La prima leggenda affonda le radici nel mondo della mitologia greca.. Parthenia, una delle sirene che cercò di sedurre Ulisse con il suo canto insieme a Ligea e Leucosia, si gettò in mare quando Odisseo resistette al suo incantesimo.Il suo corpo finì sulle rocce della Palepolis, che venne chiamata Parthenope e da lì nacque la città di Napoli. La popolazione rese omaggio alla sirena Parthenia con 7 doni: farina, grano, ricotta, uova, frutti canditi, fiori d’arancio e zucchero. I doni volevano essere simbolo di ricchezza e abbondanza e fu proprio dalla mescolanza di questi ingredienti che la giovane sirena realizzò e donò al popolo partenopeo un dolce che è quello che oggi è conosciuto come pastiera napoletana. Secondo questa leggenda quindi, le 7 strisce, indicherebbero il numero di regali ricevuti da Parthenope.
La seconda credenza, alla quale è legata l’usanza di posizionare 7 strisce sulla pastiera, è da ricercare nella planimetria dell’antica città di Neapolis, ovvero l’attuale centro storico di Napoli. Le 7 strisce pare riprodurrebbero quella planimetria e rappresenterebbero i tre Decumani e i quattro Cardini della città antica.
La terza e ultima leggenda riguarda di nuovo il mare ed è molto simile a quella legata alla sirena Parthenia. Sembra che una volta le mogli dei pescatori, per ingraziarsi il mare e far tornare i propri mariti a terra sani e salvi, abbiano portato in offerta sulle spiagge di Mergellina sette ceste con all’interno ricotta, frutta candita, grano, farina, burro, uova e fiori d’arancio. Il mattino successivo, quando le donne tornarono in spiaggia per il ritorno dei mariti videro che le onde avevano mischiato tutti gli ingredienti e che in una delle ceste era comparsa una torta, la pastiera. In base a questa versione, le 7 strisce indicherebbero quindi il numero di ceste portate in dono al mare dalle mogli dei pescatori.
Secondo i meno fantasiosi le 7 strisce sulla pastiera sono una necessità per l’ottima riuscita del dolce. Pare infatti che 7 strisce disposte a formare i rombi sia la giusta chiusura per impedire al ripieno a base di ricotta, grano cotto e canditi, che si gonfia durante la cottura, di fuoriuscire. (Peppe Iannicelli – giornaleria.it)